Nella politica assistiamo spesso al trionfo dei cosiddetti “competenti” e questo genera in noi, poveri “ignoranti”, un senso di supina tranquillità, dal momento che “per fortuna” ci sono queste “grandi menti” a reggere il traballante timone del nostro paese.
Ma siamo sicuri che le cose stiano veramente in questi termini ?
Francamente, visti i risultati qualche dubbio è normale che sorga (penso ai disastri creati da Monti e Fornero ed i tanti “competenti” alle prese con la tragica gestione della pandemia).
In genere si è portati a pensare che “la competenza” sia il primo requisito che un politico debba possedere trascurando che in realtà la qualità (rara) che un leader dovrebbe avere è la capacità di “Visione” (che è una dote naturale, innata, non la si studia a scuola).
Dovremmo imparare a distinguere gli uomini in due categorie:
1)-quelli che sanno COSA FARE (questi sono “I leader);
2)-quelli che sanno COME SI DEVE FARE – cosiddetti “competenti” (questi sono i collaboratori del leader).
Potremmo dire in estrema sintesi che il competente sa “COME SI FA” – invece il politico dotato di “visione” sa “COSA SI DEVE FARE” e probabilmente è quello meno competente in materia.
La differenza è tutt’altro che trascurabile.
E’ praticamente impossibile che le due qualità coesistano in quanto essendo innumerevoli le materie ed i temi di cui si dovrebbe possedere competenza, probabilmente dovremmo rivolgerci direttamente a Dio (ma eviterei di scomodarlo per ovvie ragioni di rispetto).
Finiamola quindi di esaltare queste mezze tacche che pretendono di indicarci una via che loro per primi hanno smarrito o forse semplicemente non hanno mai conosciuto e cerchiamo di individuare soggetti che sappiano davvero “COSA FARE”.
Ci accorgeremmo che, contrariamente al pensare comune, troviamo uomini e donne che abbondano di luminose visioni ai piani bassi dell’architettura sociale, dal momento che evidentemente “La Bocconi” non riesce a sfornarne.
Ognuno ne tragga le conclusioni che vuole.