Oggi è possibile scegliere se optare per la tassazione fissa al 21% (10% per i contratti agevolati) sostitutiva dell’IRPEF, delle addizionali locali e dell’imposta di bollo sul contratto, SULL’INTERO REDDITO DA LOCAZIONE o mantenere l’attuale sistema di tassazione “progressiva” dell’IRPEF che prevede però un ABBATTIMENTO DEL 5% del reddito tassabile (35% nel caso di contratti “a canone concordato”). La cedolare secca è anche sostitutiva dell’imposta del 2% per la registrazione del contratto. Il provvedimento appare sicuramente vantaggioso se si pensa che, l’aliquota IRPEF, già per i redditi più bassi (fino a 15.000,00 euro) è del 23%, quindi 2 punti percentuali in più dell’imposta sostitutiva ora introdotta.
LIMITI DI DETRAIBILITÀ INTERESSI PASSIVI SUI MUTUI
La finanziaria 2008 ha elevato il limite di detraibilità del 19% sugli interessi passivi pagati sui mutui su un importo massimo di euro 4.000,00. Quindi attualmente l’importo massimo reale della detrazione consentita è di euro 760,00 (19% di 4.000,00).
Nel caso il mutuo riguardi appartamenti occupati, ai fini del diritto alla detrazione del 19% degli interessi passivi è necessario notificare al conduttore l’atto di intimazione di sfratto, entro tre mesi dall’acquisto.
Nei mutui erogati per costruzione o ristrutturazione la stipula deve avvenire non oltre sei mesi prima o dopo la data di inizio lavori, il limite di detraibilità del 19% degli interessi passivi è di euro 2.582,28 (anzichè 4.000,00).
In ogni caso, nel momento in cui l’immobile oggetto del mutuo non fosse più destinato ad abitazione principale verrebbe meno il diritto alla detrazione del 19% sugli interessi.
Osservando nostalgicamente vecchie stampe della nostra città e vedendola oggi, mi viene naturale, con una punta di tristezza, fare delle considerazioni. Mi chiedo se chi si è occupato di progettare e costruire i nostri quartieri nei decenni passati (MA ANCORA ADESSO) si sia posto il problema di realizzare case nella consapevolezza che il loro aspetto, gli spazi verdi, le strade, sarebbero divenuti inevitabilmente IL VOLTO DELLA CITTA’. Il “brutto” regna sovrano deturpando luoghi che, un tempo conservavano intatto il fascino del nostra gloriosa memoria storica. Penso a Piazza Caduti stuprata nel 1985 con l’abbattimento del bellissimo “Palazzo Cuomo”, a Corso Garibaldi, a Corso Vittorio Emanuele, a Piazza Plebiscito, Via Cialdini, selvaggiamente privati di quella austera bellezza tipica dei palazzi d’epoca, grondanti di storia e di un passato ancora vivo nella nostra memoria.
Tutto cancellato da una volgare “modernità” espressione di insensibilità e pessimo gusto, soprattutto nella concezione urbanistica della città, premesso che, lo scopo del costruire dovrebbe essere il benessere di chi ci abita, inteso come uno stato psicofisico cui concorre la salute dell’individuo. Il prezzo più alto è stato pagato con il conseguente BASSO LIVELLO DELLE NOSTRE POTENZIALITA’ TURISTICHE.
Tutto questo si è compiuto nel periodo di massima opulenza registrato a Barletta (dagli anni 60 alla metà degli anni 80) dove in nome del profitto più rapace si sono colpevolmente e sconsideratamente cancellate le nostre radici.
Si sono progettati quartieri senza tener conto del fatto che “l’uomo” ha una serie di necessità che non sono legate solo ad un ordine meccanico e razionale ma bensì al bisogno “interiore” di vivere in un ambiente bello e stimolante nel quale la individualità di ogni “persona” possa esprimersi e crescere ponendo “al centro” le esigenze “reali” della esistenza umana.
Nelle forme di edilizia contemporanea, pensate attorno a realtà industriali (come avviene in Cina ed in Corea)”l’uomo” è considerato alla stregua di un numero che deve muoversi all’interno del suo grigio microcosmo: svegliarsi al mattino, recarsi al lavoro, rincasare a sera e riposare. Ed è andata relativamente “bene” (!) sino a quando Barletta ha avuto una connotazione di tipo artigianale ed industriale, ora, se si considera che la nostra economia locale è ormai del tutto orfana del comparto artigianale e manifatturiero appare urgente e chiaro il bisogno di “CAMBIARE ABITO” ALLA CITTA’ per valorizzare al massimo la carta delle potenzialità turistico e ricettive, recuperando nell’urbanistica quel senso del “bello” vigorosamente assente. Una città che ha il disperato bisogno di puntare sul turismo come estrema risorsa, non può e non deve assolutamente prescindere da questo aspetto (Basti vedere cosa è stato fatto nel salento !).
E’ utile ed indispensabile conoscere e promuovere l’immenso patrimonio rappresentato dalla nostra memoria storica;
E’ oltremodo fondamentale progettare la valorizzazione della immensa litorale, attraverso una CORAGGIOSA E GRADUALE REIMPOSTAZIONE DELLA CITTA’, stravolgendo la logica dell’attuale Piano Regolatore al fine di portare gradualmente le FABBRICHE VERSO L’INTERNO e recuperando LE AREE VERSO IL MARE per FINALITA’ esclusivamente ABITATIVE E RICETTIVE. Un maggior senso dell’ordine e della pulizia da parte degli amministratori prima e dei cittadini poi che, imparando a “fare sistema”, costituirebbero le necessarie premesse per LIBERARE E SOSTENERE la vocazione turistica di Barletta. E’ l’unica alternativa occupazionale possibile (seria e strutturale) alla scomparsa del florido settore artigianale e manifatturiero del passato.
”L’ETICA NEGLI AFFARI È LA STESSA ETICA DELLA VITA”
Quando si parla di case inevitabilmente emerge la questione dell’ETICA negli affari, ed il discorso sfocia poi banalmente su questa o quella agenzia che adotta comportamenti scorretti ai danni di “ingenue donzelle” (sic!) timidamente affacciatesi al mercato immobiliare. Bene, questo è il modo più ipocrita di rappresentare le cose perché, se è vero che ci sono senz’altro agenzie che attraverso la truffa cercano facili guadagni (come avviene in tutte le attività), è vero anche che ci sono clienti che hanno un’indole altrettanto truffaldina. Svolgendo da tanti anni la professione di agente immobiliare ed avendo visto come la gente si comporta quando tocchi la parte più sensibile di sè (la tasca !!!) rimango disgustato da tanti falsi perbenisti che dopo aver a lungo frequentato il mio ufficio scopro poi (spesso dopo anni) che mi hanno raggirato, d’accordo con l’altro contraente BUTTANDO ALL’ARIA IL LAVORO che in agenzia abbiamo svolto, magari per anni E SENZA SENTIRE IL MINIMO SCRUPOLI DI COSCIENZA. Questo tipo di azioni sono da definirsi inequivocabilmente delle TRUFFE. La classica frase che sento ripetere dai venditori in queste circostanze è: “l’agenzia in due anni non è riuscita a vendere l’appartamento mentre io, una settimana dopo la scadenza dell’incarico ho già trovato un compratore”. CHIEDITI PERCHE’ mi viene da chiedergli a questi “poveracci”. RILEVO CHE LE PERSONE PIU’ PERICOLOSE SOCIALMENTE SONO QUELLE CHE NON CONOSCONO IL SENTIMENTO DELLA VERGOGNA. La morale di tutto ciò è che bisogna riconoscere, in tutta onestà che gli stereotipi (SOPRATUTTO SE DIFFUSI DAGLI IPOCRITI) sono sempre ingannevoli. Ho conosciuto SACERDOTI, INSEGNANTI, MEDICI, che potrei definire tranquillamente dei MASCALZONI ed ho conosciuto anche persone ritenute deprecabili che mi hanno rivelato una sensibilità grandiosa, nascosta dalla durezza del loro vissuto. Tornando al tema, l’etica (o la non etica) che esprimiamo nei rapporti di affari è la stessa che esprimiamo nella vita di tutti i giorni. Ristabilire l’importanza del rispetto verso gli altri E VERSO IL LAVORO DEGLI ALTRI, della “parola data”, degli impegni presi diventa fondamentale in quanto, se oggi assistiamo al trionfo degli scaltri e dei disonesti è perchè, probabilmente, sovente di questo ci facciamo un alibi per il nostro egoismo (….tanto così và il mondo!……) diffondendo a dismisura questo squallido modo di essere (e purtroppo lo vediamo tutti i giorni nella politica e nelle istituzioni). Ognuno di noi porta sulle spalle la piccola (grande) “responsabilità” di essere con il proprio comportamento educatore verso gli altri perchè il bene, come il male è “contagioso” ed a ben guardare, l’agente immobiliare scaltro e crudele, altro non è che quel qualcuno che ha precedentemente subìto un pesante sgambetto (magari da una candida ed ipocrita signora che và rigorosamente a messa tutte le domeniche e nelle feste comandate).
Il D.L.31.01.2007 n. 7 (convertito dalla Legge n. 40 del 2 aprile 2007) ha introdotto nel nostro ordinamento una semplificazione del procedimento di cancellazione dell’ipoteca per i mutui immobiliari avendo disposto che il Conservatore dei Registri Immobiliari, decorso il termine di 30 giorni dalla comunicazione da parte della banca creditrice della avvenuta estinzione dell’obbligazione garantita, procede alla cancellazione dell’ipoteca. L’Agenzia del Territorio, con circolare n. 5 del 1° giugno 2007 ha riconosciuto alla cancellazione di cui innanzi, MERA FUNZIONE DI PUBBLICITA’ NOTIZIA, avendo questa, come unico effetto, quello di portare a conoscenza dei terzi la estinzione dell’obbligazione. Tale conclusione ha l’effetto di rendere la cancellazione semplificata inidonea ad estinguere definitivamente l’ipoteca in quanto NON NE IMPEDISCE LA REVIVISCENZA in caso di inefficacia originaria o sopravvenuta del pagamento, per qualsiasi causa (revocatoria, errore di conteggi o altro), a differenza della cancellazione ordinaria (quella fatta dal notaio), disciplinata dall’art. 2886 – secondo comma del codice civile, la quale, configurandosi ai sensi dell’art. 2878 – primo comma del codice civile – come una AUTONOMA CAUSA DI ESTINZIONE, ha invece EFFICACIA COSTITUTIVA.
LA PROPENSIONE AL RISPARMIO “Chi è disposto a consacrare alla casa parte del proprio reddito, nella gran parte dei casi è anche un buon cittadino” -Luigi Einaudi
LA CASA è la proiezione spaziale della persona (anonimo)
FAMIGLIA E CASA MORALIZZATRICI Sono la Famiglia e la Casa che definiscono una società “ben temperata”. Se divengono “concetti superati”, si “scorda tutta la musica”. Se restano Valori saldi, c’è speranza che la società torni ad essere una “orchestra valida ed armoniosa”. -Luigi Einaudi
L’USO “FILOSOFICO” DELLA CASA “La propria casa non sia l’ancora ma l’albero della nave” -Khalil Gibran
ACQUISTO DA PRIVATI (O DA IMPRESA DOPO 4 ANNI DALLA ULTIMAZIONE DEI LAVORI):
-PRIMA CASA: imposta di registro: 2% con un minimo di euro 1.000,00 imposta ipotecaria: euro 50,00 imposta catastale: euro 50,00 -SE NON È PRIMA CASA: imposta di registro: 9% con un minimo di euro 1.000,00 imposta ipotecaria: euro 50,00 imposta catastale: euro 50,00
ACQUISTO DA IMPRESA (ENTRO 4 ANNI ULTIMAZIONE) prima casa: IVA: 4% (se non è prima casa: IVA 10%) imposta di registro: euro 200,00 imposta ipotecaria: ” 200,00 imposta catastale: ” 200,00
VANTAGGIO DEL MECCANISMO ”PREZZO-VALORE” PER COMPRAVENDITE DA PRIVATI
La legge finanziaria n. 248/2006 ha stabilito che per le compravendite di immobili ad uso abitativo (e relative pertinenze) poste in essere tra privati, la base imponibile ai fini della imposta di registro, nonchè delle imposte ipotecarie e catastali, può essere costituita dal valore catastale dell’immobile anzichè dal corrispettivo pagato. L’agevolazione spetta a condizione che nell’atto sia indicato l’effettivo importo pattuito per la cessione. Il notaio dovrà applicare una riduzione del 30% sull’onorario che ovviamente viene calcolato sul valore effettivo indicato nell’atto.
La legge 80 del 14.05.2005 ha sensibilmente ridotto i rischi derivanti dall’acquisto di un immobile. In particolare è stato ridotto ad un anno (prima era di 2 anni) il periodo entro il quale deve collocarsi l’atto da revocare per gli atti previsti dal comma 1 dell’art. 67 della legge fallimentare (contratti a prestazioni sperequate) ed è ridotto a sei mesi (prima era di 1 anno) per gli atti previsti dal successivo comma 2 dell’art. 67 della legge fallimentare (pagamenti di debiti liquidi ed esigibili ed atti a titolo oneroso). La nuova previsione normativa introduce un criterio fisso come indice di rilevanza dell’atto da revocare. Difatti, secondo la previsione del nuovo art. 67 – comma 1 della legge fallimentare “sono revocati, SALVO CHE L’ALTRA PARTE PROVI CHE NON CONOSCEVA LO STATO DI INSOLVENZA DEL DEBITORE, gli atti a titolo oneroso, compiuti nell’anno anteriore alla dichiarazione di fallimento, in cui le prestazioni eseguite o le obbligazioni assunte dal fallito sorpassano DI OLTRE UN QUARTO (ovvero il 25%) ciò che a lui è stato dato o promesso. Pertanto, alla luce di quanto innanzi esposto, l’acquirente di un immobile può ritenersi al sicuro da qualsiasi azione se il valore di mercato dell’immobile non è superiore di oltre un quarto al prezzo pagato “ufficialmente”.
DA PRIVATO: – se pertinenza della prima casa, imposta di registro 2%, con un minimo di euro 1.000,00 (se non è pertinenza della prima casa 9%); -imposta ipotecaria euro 50,00; -imposta catastale EURO 50,00.
DA IMPRESA (entro 4 anni dalla costruzione): se pertinenza della prima casa IVA 4% -imposta ipotecaria euro 200,00; -imposta catastale euro 200,00; -imposta di registro euro 200,00.
Se non viene acquistato come pertinenza della prima casa IVA 10%; -imposta ipotecaria 3%; -imposta catastale 1%; -imposta di registro euro 200,00.